SCIAMI DI API

Oggi parliamo di sciami di api e del loro prezioso contributo che danno per generare ottimo miele

e inserirsi in un ecosistema di cui beneficiano anche piante e alberi limitrofi ad essi.

In particolare quando parliamo di sciami di api i meno esperti pensano al classico alveare visto e rivisto in TV.

Mentre i più esperti pensano alla sciamatura, di cui andremo a parlare tra poco e ad un tipo di gestione degli insetti più mirata ed oculata.

Noi che siamo esperti del settore possiamo dunque illustrarti la sciamatura che è il modo con cui noi apicoltori aiutiamo le famiglie di api alla riproduzione.

MA PERCHÉ GLI APICOLTORI DOVREBBERO MAI PROVVEDERE AD AIUTARE LA RIPRODUZIONE DEGLI SCIAMI DI API ATTRAVERSO LA SCIAMATURA?

Presto detto. Le famiglie di api (non tutte) possono essere considerate come un unico organismo. Una unità a sé stante.

Questo perché un singolo individuo dello sciame delle api non è in grado di sopravvivere da solo. Morirebbe in pochissimo tempo senza potersi riprodurre e proseguire la generazione familiare.


Riproduzione degli sciami d’api attraverso la sciamatura

Possiamo dunque parlare di sciame di api e di colonia di api. Una colonia viene efficacemente formata quando c’è un’ape regina.

Adesso ci addentriamo in un argomento un po’ più tecnico e un po’ più complicato riguardo gli sciami di api quindi speriamo di poterti dare quante più informazioni possibile nella maniera più chiara ed esaustiva che si possa avere.

CREAZIONE DI UNA COLONIA. APPROFONDIMENTO SUGLI SCIAMI DI API

Avendo più di una famiglia di api, ne individuiamo una che chiameremo sciame primario, dove è presente l’ape regina più vecchia.

Adesso proveremo a formare una nuova colonia spostando l’ape regina e le api operaie nella famiglia che ancora deve svilupparsi a dovere.

PERCHÉ PORTARSI ANCHE LE API OPERAIE?

Le api operaie hanno un ruolo fondamentale per sostenere l’ecosistema dello sciame. Sono quelle che fanno il lavoro sporco insomma.

Questo perché sono state in precedenza rese sterili dai feromoni inibitori della regina. Tuttavia questo può avvenire anche per coesione di colonie. Ma tralasciamo questo dettaglio.

La colonia adesso ha una nuova ape regina ma nel frattempo nello sciame di api principale abbiamo provveduto a far sviluppare una o addirittura più di una nuova ape regina che prenderà il posto della regina appena spostata.

PIÙ API REGINE IN UNO SCIAME DI API?

Assolutamente no! È una condizione che porterebbe al caos. È possibile però spostarle e lasciarne solo una in modo tale da poter avere due vantaggi:

  1. salvare lo sciame di api principale da cui siamo partiti.
  2. generare tanti sciami di api quanto il numero delle api regine che ci avanzano dallo sciame principale. Questo processo si chiama sciamatura secondaria.
  3. in presenza di una regina vecchia ci saranno un paio di cicli di riproduzione per allargare lo sciame di api e per iniziare ad allevare una nuova ape regina che la sostituirà quando sarà esausta dalle varie covate.
  4. in presenza di una regina nuova e quindi vergine (caso più idoneo per gli sciami secondari) se la regina dovesse malauguratamente essere uccisa lo sciame andrebbe davanti a morte certa perché la regina in quanto vergine non ha provveduto a generare una covata da cui sviluppare e allevare una seconda ape regina.

Vi è addirittura l’eventualità di creare una sciamatura terziaria ma è cosa di solito molto rara. Tra l’altro ogni sciamatura che viene eseguita porta ad un indebolimento dello sciame di api principale.

Quindi sarebbe meglio evitare una terza sciamatura.

Ad ogni modo queste sciamature secondarie posseggono ora una nuova ape regina vergine appena sviluppata dallo sciame principale. Poco male perché lo sciame secondario è ancora piccolo rispetto a quello principale.


 Sciami d’api per apicoltura

 

SCIAMI DI API NATURALI O ARTIFICIALI?

Esistono entrambi i casi perché l’istinto delle api porta ad una sciamatura naturale in determinati periodi dell’anno. Parliamo da aprile a giugno di solito. In questo caso sono le api esploratrici a trovare un nuovo luogo in cui formare una nuova colonia. Trovato il punto tornano a chiamare lo sciame.

Ora ci sono due casi:

Ad ogni modo l’insediamento di una nuova colonia è avvenuto e quindi possiamo dire che il nostro sciame di api secondario è pronto per evolversi grazie alla cura di noi apicoltori.

Il processo naturale avviene in determinati periodi dell’anno come già ti abbiamo detto, mentre la sciamatura fatta dall’uomo che produce nuovi nuclei di api durante tutto l’anno è possibile a patto che l’apicoltore presti molta cura e dedizione a tale sciame di api.

Lo sciame di api principale si è ridotto per favorire la nascita di quello secondario e così facendo si è indebolito ma può contare su un rapido rinfoltimento delle proprie fila grazie all’ape regina.

A COSA SERVONO DUNQUE GLI SCIAMI DI API?

Già, qual è il punto della vicenda? Beh considera che quando uno sciame passa da una colonia all’altra per costruire il suo alveare di cera produce e trasporta una quantità sorprendente di miele. Dal miele loro ricavano nutrimento e materiale primario per secernere la cera.

Ci sono poi altri passaggi più complicati che non stiamo a spiegarti. Sappi solo che gli sciami di api sono una risorsa indispensabile per la produzione di miele e di cera e sono parte integrante di un ecosistema a cui l’uomo deve fare solo attenzione che vada tutto per il verso giusto e fili tutto liscio come l’olio.

Fare l’apicoltore è una soddisfazione immensa e il solo studio dei comportamenti di questi insetti è uno stimolo quotidiano.

Adesso che hai tutte queste informazioni non vorresti produrre il tuo sciame di api e fare una sciamatura prendendo uno sciame principale per ricavarne uno secondario?

La natura alle volte ci mette davanti delle meraviglie indescrivibili che l’uomo non può fare altro che ammirare e contemplare. Per la nostra esperienza gli sciami di api sono uno di questi.

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