Cosa si prova ad essere punti da un’ape
Vi sarà capitato almeno una volta di ricevere una puntura d’ape. Se invece non vi è mai successa una cosa del genere e vi state chiedendo cosa si provi e quanto faccia male una puntura di questi insetti: ecco alcune informazioni per voi..
E' bene sottolineare che l’intensità del dolore è soggettiva e dipende anche da fattori come la quantità di veleno rilasciata dal pungiglione.
Facendo una breve premessa ricordiamo che questi splendidi insetti sono amichevoli. Vediamo passeggiare l'apicoltore all' interno dell' allevamento di api regine senza subire punture.
Quest’ultimo infatti non è costituito solo dalla parte esterna e appuntita che noi notiamo quando osserviamo un’ape ma si tratta in realtà di un organo complesso su cui è collegata una sacca di veleno che viene in seguito rilasciato quando l’ape punge.
È proprio questa sostanza a farvi sentire il dolore quando ricevete l’attacco. Solitamente la sensazione che si avverte è quella di un intenso bruciore seguito da prurito.
Le conseguenze di tipo doloroso e l’irritazione coinvolgono la zona intorno al sito di inoculazione del pungiglione e possono aumentare nelle 24 ore seguenti alla puntura.
Fortunatamente nella maggior parte dei casi i disturbi tendono a scomparire nell’arco di pochi giorni. Diversa è la situazione per i soggetti allergici che possono andare in contro a shock anafilattico.
Perché le api pungono: ecco la spiegazione
Le api, a differenza delle vespe non sono molto propense a pungere. Difatti è molto piu' probabile provare una puntura di vespa invece di che una puntura di ape. Esse utilizzano il pungiglione solo in caso di difesa. Le api considerano il proprio pungiglione come una vera e propria arma per proteggersi dagli attacchi dei predatori e lo utilizzano solo quando si sentono particolarmente minacciate.
In alcuni casi capita che le api pungano l’uomo qualora si trovi nei pressi dell’alveare.
Uno strumento utilizzato dagli apicoltori per rendere le api più docili è l’utilizzo dei feromoni. Essi sono particolari ormoni olfattivi emessi dall’ape regina
che fanno sentire le api al sicuro e inibiscono i loro comportamenti aggressivi.
Non a caso capita di trovare sul web molti video in cui gli apicoltori si trovano senza protezioni ma non vengono punti dalle api.
Ciò avviene proprio grazie all’utilizzo del feromone della regina. Ovviamente, utilizzare l’attrezzatura professionale e la tuta di protezione è sempre raccomandato per la vostra sicurezza.
Cosa fare dopo una puntura
In caso di puntura d’ape non bisogna allarmarsi. Nel 90% dei casi la puntura causa un’infiammazione locale gestibile.
Come prima cosa sarebbe utile applicare del ghiaccio per interrompere la diffusione del veleno e per anestetizzare localmente la sintomatologia dolorosa.
Il pungiglione che è rimasto nella cute, va rimosso immediatamente.
Solitamente viene utilizzato un piccolo ago sterile ma va bene anche una pinzetta.
Se in quel momento non avete a disposizione tali strumenti potete provare a rimuoverlo con e dita stando sempre molto attenti a non premere sulla sacca velenifera.
Evitate assolutamente di succhiare via il veleno attraverso la mucosa orale. Applicare poi una pomata cortisonica o antistaminica è consigliatissimo.
Nei casi in cui il gonfiore o l’infiammazione dovessero estendersi ad altre zone oltre alla sede di puntura, sarebbe opportuno avere un parere medico riguardo alla somministrazione di cortisonici per via orale.
Nei soggetti allergici invece, la puntura d’ape potrebbe essere davvero pericolosa. Un piccolo numero di persone può infatti essere allergico al veleno delle api.
È per questo motivo che solitamente le persone allergiche ricevono dal proprio medico un kit d’emergenza con vari medicamenti (antistaminico, cortisone e adrenalina) che alleviano la reazione allergica e stabilizzano la circolazione nei casi di puntura.
Utilizzo del pungiglione e api regine
Le api regine, a differenza de resto delle api femmine dello sciame, utilizzano il loro pungiglione in modo completamente diverso. Ricordiamo che il pungiglione è un organo prettamente femminile, per cui i maschi d’ape ovvero i fuchi della colonia, non ne sono dotati.
Il pungiglione della regina viene utilizzato a scopo riproduttivo. L’ape regina infatti ne possiede uno più grande e liscio a differenza di quello delle operaie che risulta essere leggermente curvo e seghettato. Il pungiglione dell’ape regina viene utilizzato per rilasciare e quindi deporre le uova all’interno delle celle reali.
Una regina feconda è in grado di deporre migliaia di uova al giorno. Questa operazione verrà svolta dell’ape sovrana per tutta la sua esistenza fino a quando il suo ritmo riproduttivo non sarà più così efficiente. Arrivati a quel punto, essa dovrà lasciare l’alveare per essere poi sostituita.
Perché le api muoiono dopo aver punto?
Il fatto che le api muoiano dopo aver punto è definibile come una “mezza verità”. Accade infatti che le api perdano la vita dopo aver punto un essere umano. Ma è così sempre e in modo assoluto? La risposta è no.
Per natura l’ape può difendersi senza morire. Ciò accade nei confronti di altri piccoli insetti. Quando un’ape punge un insetto avente un esoscheletro rigido, il suo pungiglione viene retratto da quest’ultimo e l’ape continua a vivere senza problemi.
Nel caso di puntura agli esseri umani, essendo la pelle umana è elastica e morbida, l'ape non riuscirà a retrarre il pungiglione che resta attaccato e quando l’ape prova a volare via, il pungiglione si stacca dall' ape e con esso anche una parte degli organi interni della stessa: l'ape muore.