Il miele è un alimento davvero prezioso utilizzato soprattutto per le sue proprietà terapeutiche, energiche e per i suoi ottimi valori nutrizionali.
Gli utilizzi del miele sono davvero vasti ma anche sorprendenti in quanto questo alimento viene delle volte utilizzato quasi come un medicinale biologico. La preziosità del miele sta proprio nel suo essere completamente puro, proveniente direttamente dalla natura stessa.
Ma esattamente come si produce il miele?
Quali sono i meccanismi biologici delle api e come si gestisce un’attività di apicoltura per la produzione di miele?
Come agiscono le api
Per prima cosa è importate conoscere attraverso quali passaggi le api si adoperano per la produzione del miele. Questo particolare processo costituisce un lavoro davvero prezioso che si divide in più fasi produttive.
Come prima cosa, le api hanno bisogno di raccogliere la materia prima che poi verrà trasformata da loro stesse in miele. La fonte primaria di cui le api hanno bisogno è il nettare.
Il nettare si trova su moltissime piante e varietà di fiori e viene prelevato dalle api grazie a un ottimo lavoro di collaborazione e di assegnazione dei ruoli.
Per la ricerca di quest’ultimo, vengono impiegate le api esploratici che si occupano proprio di rilevare le fonti di nettare più accessibili e lo comunicano poi al resto dell’alveare.
Successivamente le api bottinatrici si occupano di andare a raccogliere la materia prima che verrà prelevata non solo dai fiori e dalle piante ma anche sui tronchi degli alberi dove vengono prelevate sostanze diverse.
È importante distinguere il nettare dalla melata.
Il nettare è un liquido zuccherino prodotto dalle ghiandole dei fiori, il suo odore attrae molto le api che saltando di fiore in fiore per raccoglierlo, partecipano anche a un importante processo naturale, ovvero lo scambio di polline tra fiori che ne permette poi la riproduzione di questi ultimi. Il processo di scambio di polline dei fiori grazie alle api, viene chiamato impollinazione.
Per quanto riguarda la melata invece, essa è un’altra sostanza zuccherina presente principalmente sui tronchi degli alberi. La melata è un liquido rilasciato da altri insetti ma le api ne sono comunque attratte perché grazie a questa sostanza possono trarre una fonte di nutrimento.
Le api hanno la bocca composta da una specie di tubicino. Qualsiasi alimento deve essere quindi in forma liquida. Se non lo è lo rendono loro liquido, miscelandolo con una loro secrezione.
Trasformazione del nettare
Una volta prelevato il nettare, le api lo raccolgono in una cavità che si chiama borsa melaria, nel quale il nettare viene addizionato di enzimi da loro prodotti. Queste sostanze concorrono alla trasformazione del nettare in miele.
Tornate presso l’alveare, le api bottinatrici passano il nettare alle prime api che trovano all’ingresso dell’arnia. Queste api continuano il processo di trasformazione del nettare e infine conservano quel liquido in apposite cellette… ma ovviamente, il miele non è ancora pronto!
In questa fase il miele è ancora troppo liquido e per addensarsi le api si adoperano per aumentare la temperatura in modo da far evaporare gran parte di acqua presente nella sostanza. Come? Beh, attraverso un processo davvero straordinario. Per aumentare la temperatura, come prima cosa le api mangiano il liquido e lo trattengono nel loro corpo per un po’ e, successivamente, dopo averlo rigurgitato, sbattono velocemente le loro ali tutte intorno in modo da portare via tutta l’umidità rimasta.
Questa attività viene svolta per più di un mese con costanza fino a quando l’umidità presente sia così bassa da permettere al miele di conservarsi adeguatamente nel tempo senza rischiare che possano riprodursi muffe e batteri al suo interno. In questo modo le api potranno avere una scorta duratura di miele da poter conservare per mesi in vista dell’inverno.
Cosa fa l’apicoltore
Nel processo di estrazione del miele, l’apicoltore deve sapere bene come operare, quando è il momento giusto ma soprattutto quanto miele prelevare.
Il lavoro di un buon apicoltore è in simbiosi con le sue api. Un professionista conosce bene la quantità di miele che dovrà prelevare e non ne rimuove infatti, più di quanto sia necessario.
Nella produzione di miele è importante rispettare il lavoro delle api che viene svolto con costanza e laboriosità per cui è importante garantire la sopravvivenza delle api lasciando loro le scorte di miele di cui hanno bisogno.
Come prelevare il miele
Il processo di rimozione del miele è un procedimento che va effettuato, ovviamente quando le api sono lontane dall’alveare.
Solitamente il momento giusto per estrarre il miele è quando due terzi dei favi sono opercolati su entrambi i lati, ovvero quando le cellette ricolme di miele sono coperte da uno strato di cera che le va a sigillare.
Il miele infatti è conservato all’interno di celle esagonali chiamate favi. I favi sono sigillati attraverso un tappo di cera che le api rimuovono per l’accesso alla scorta quando ne hanno bisogno. L’apicoltore dovrà dunque tagliare con un coltello tutti i tappi di cera in modo da permettere la fuoriuscita del miele.
Dopo l’estrazione del miele attraverso appositi strumenti è importante che l’apicoltore si occupi del filtraggio che permette di rimuovere tutte le eventuali impurità presenti nella sostanza.
Dopo vari processi che portano il miele a trovarsi in uno stato ottimale, si procede con l’invasamento in cui la sostanza viene riposta all’interno dei vasetti di diverso che ne permettono la distribuzione e la conservazione. Oppure, vengono impiegati specifici secchi o latte di grandezze variabili.
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